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6- Comunità religiose virtuali

Le comunità religiose virtuali possono assumere varie configurazioni e presentare una gamma assai ampia di coinvolgimenti per i membri. Possono assumere la forma di gruppi di discussione di temi teologici o morali, di scambio di esperienze e testimonianze, di gruppi di studio, di preghiera o di altro ancora. Sempre più diffuso è l’uso di utilizzare, tra membri di una stessa comunità, l’invio di email per sollecitare altri membri a pregare. Chi scrive ha aderito per un certo tempo ad una mailing list mormone italiana i cui membri la utilizzavano prevalentemente per discutere questioni di attualità alla luce della loro fede o il significato di certi segni che, a loro avviso, potevano indicare una vicinanza della fine del mondo. In una occasione un partecipante alla mailing list la utilizzò per comunicare un grave incidente accaduto ad un membro della chiesa (non iscritto alla mailing list) sollecitando gli altri partecipanti a formulare una preghiera per questo loro confratello. Tutti gli iscritti lodarono l’iniziativa e asserirono che avrebbero accolto l’invito alla preghiera. Alcuni utilizzarono proprio la mailing list per condividere le preghiere da loro formulate e in un paio di casi dei partecipanti aggiunsero in calce il loro nome a queste formulazioni, con il sistema del "copia e incolla", per testimoniare la loro condivisione della preghiera formulata.

Mediante queste preghiere i partecipanti utilizzarono internet per svolgere una comunicazione nella quale l’elemento emotivo e simpatico era prevalente. Tutto ciò evidenzia che internet, a dispetto del fatto di esser stata creata per favorire la trasmissione di dati scientifici, può essere efficacemente usata per lo scambio di emozioni e impressioni emotive. Proprio questa dimensione emotiva evidente nelle comunità virtuali religiose consente di ritenere che si tratti di effettive comunità, con legami non accidentali tra i membri, e non solo di aggregati casuali di utenti.

L’incontro virtuale, del resto, non è affatto alternativo a quello reale e può essere la continuazione un precedente rapporto già stabilito nella vita reale. Allo stesso modo può costituire la premessa per un contatto effettivo. Dai web, ad esempio, sono ricavabili informazioni su come entrare in contatto con un particolare gruppo e molti web ufficiali o semiufficiali (quelli di Scientology, ad esempio, ma anche di molti gruppi minori come Zen e neopagani) oltre ai link ad altri web rinviano anche alle sedi del movimento geograficamente più vicine all’utente al fine di consentirgli la possibilità di un contatto personale.

Le comunità virtuali tendono a formarsi spontaneamente e l’incontro di un individuo con una comunità può avvenire per una pluralità di motivi che vanno dalla ricerca deliberata di una particolare comunità alla pura casualità. Informazioni ricavate da un web relativo ad una particolare religione possono preparare individui isolati e insoddisfatti a cercare una più stretta frequentazione con altri membri di quella religione. Ciò può avvenire mediante una ricerca tramite motori ma anche navigando tra i vari web religiosi. Molti web sono infatti riuniti in webring, anelli tematici di web che si collegano tra loro mediante appositi link. Ciascuno di questi anelli unisce web similari ma non eguali basati su un tema comune. Un web, inoltre, può appartenere a più di un webring. Per fare un esempio, un ceto numero di web neopagani, ciascuno orientato secondo una differente tradizione, possono essere collegati tra loro mediante link a formare un webring neopagano. Uno di questi web può esser dedicato ad una particolare forma di geomantica e appartenere anche ad un altro webring che unisce web in qualche modo legati alla divinazione. Entrare in un webring è estremamente facile e consente all’interessato una navigazione tra siti orientati verso un particolare aspetto religioso e tra i quali, facilmente, troverà quel che gli interessa. In questo modo potrà iniziare contatti email prima con i responsabili del web che gli interessa e poi con altri frequentanti. Il webring è un sistema assai utile di navigazione e per la costituzione di comunità virtuali.

Allo stesso modo, discussioni iniziate casualmente in un qualche canale di usenet (newsgroup, chat) possono poi, scoperta una convergenza di interessi, sfociare in un rapporto più stretto. Ideali condivisi o un retroterra religioso comune costituiscono una base capace di esercitare forte attrazione sociale poiché consente agli esterni di riconoscersi facilmente e di aderire aprendo così la via ad una dimensione comunitaria. Già la Tv, con il televangelismo, ha dimostrato di essere un mezzo di comunicazione capace di creare un senso di comunità religiosa: internet riesce a potenziare ulteriormente questa capacità, grazie alla possibilità offerta alle persone di giocare un ruolo assai più attivo (Bainbridge 2000, pp. 59-66).

Le comunità religiose virtuali tendono a formarsi spontaneamente, e solo in tempi relativamente più recenti chiese e movimenti religiosi organizzati sono intervenuti sforzandosi di fornire ai propri fedeli gli strumenti per costruire comunità in qualche modo collegate alle istituzioni ufficiali. Un web ecclesiastico, ufficiale o semiufficiale, o un portale religioso, possono fornire gratuitamente uno o più forum o mailing list o stanze per le chat. In questo modo è facile che si formino attorno a questo web delle comunità, soprattutto se mediante la qualità del resto dei servizi e del materiale offerto il web spinge gli utenti a raggiungerlo con frequenza. Anche se queste comunità, per origine e struttura generale, rimangono sempre caratterizzate da una grande spontaneità, il fatto di utilizzare i servizi di un web istituzionale consente ai responsabili religiosi (ed economici) di questo una qualche forma di controllo, non fosse che per la possibilità di una continua osservazione diretta delle comunicazioni e dei partecipanti.

Numerosi provider offrono su internet spazi gratuiti ove le comunità religiose possono realizzare le loro chat o i loro club. Tra i più noti è Yahoo, con migliaia di club di argomento religioso in centinaia di lingue. Anche Lycos offre molti siti (http://dir.lycos.com/Society/Religion_and_Spirituality) mentre Espirituality (www.espirituality.com) provvede a simili luoghi per la New Age. Anche moltissimi siti orientati religiosamente, oltre a vari web ufficiali di chiese e gruppi, offrono spazi gratuiti a disposizione di chi condivide un particolare orientamento religioso. Vi sono servizi per i neopagani (quali Ashtar Command, http://ashtar-lightwork.tripod.com, e Spiritweb http://www.spiritweb.org), per gli ebrei (http://www.havienu.org), per i cristiani (http://www.biblenet.net), e per gli islamici (http://www.islamworld.net). In pratica tutte le chiese e movimenti organizzati hanno i loro siti ove costituire comunità virtuali. Sono in genere comunità nelle quali è possibile entrare chiedendo semplicemente di iscriversi. Secondo le regole interne di ciascuna comunità, o secondo quanto stabilito dal fondatore, queste chat e club possono essere aperte a tutti liberamente, richiedere una semplice domanda di iscrizione o prevedere fortissime selezioni mediante questionari obbligatori o descrizione dettagliata delle motivazioni che indicono un soggetto ad aderire. Coloro che raggiungono queste pagine possono interagire con il loro sistema di fede, partecipando ad altri le loro esperienze e osservando quali ricadute queste comunicazioni hanno per il gruppo e come il gruppo le riceve e reagisce. Contemporaneamente ricevono poi dagli altri messaggi una serie di stimoli ed esperienze.

Vi sono comunità (Helland 2000, pp. 216-219) nelle quali si entra ed esce senza regola; aperte a tutti e non strutturate, nelle quali manca qualsiasi criterio di selezione dei membri. Gli argomenti, i contenuti e le espressioni sono spontanei e tutti i partecipanti concorrono liberamente. Poiché non c’è autorità le persone dialogano e hanno tra loro rapporti senza regole: l’atmosfera, pertanto, può essere piacevole o sgradevole, allegra e divertente oppure offensiva, aperta al dialogo o intollerante. In altre comunità i membri sono mobilitati per raggiungere scopi religiosi e costituiscono quindi una struttura basata sulla condivisione di idee religiose o filosofiche. Si tratta chiaramente di una struttura assai elementare, con pochissime regole e ruoli (ad esempio il ruolo del fondatore può avere una qualche rilevanza sul piano della selezione dei nuovi membri) cui corrisponde però quella che potrebbe essere definita una ipertrofia della struttura ideologica. In realtà è l’ideologia ad essere determinante nella selezione dei membri e dei temi di discussione, negli orientamenti morali (B). A differenza delle comunità precedenti, dove tutto è tollerato, qui occorre focalizzare la discussione sugli scopi precetti e credenze della comunità. Posizioni religiose o fedi diverse possono essere richiamate tramite una serie di link che rinviano ad altri web. Si realizza così una rete di rapporti che lega fedi in una comunità assai più ampia: da un sito satanista un elenco di link può guidare a web sul neosciamanesimo, sugli spiriti guida, sugli angeli. Soprattutto le comunità alternative utilizzano questo sistema per rinviarsi l’un l’altra. Questa rete costituita da link, oltre che favorire indubbiamente il sincretismo appiattendo tutti i discorsi religiosi, può avere lo scopo di autoconfermare la comunità. Ad esempio i siti Ufo hanno sempre una serie di link che rinviano a istituzioni scientifiche e di ricerca (ad esempio, la Nasa). Il ricorso alla scienza, quale fonte di autorità, è qui utilizzato per confermare la serietà del discorso sugli Ufo.

 

Un caso concreto di discussione comunitaria e delle strategie retoriche messe in atto dai soggetti per sostenere le loro asserzioni è quello studiato sul campo da R. Howard (Howard 2000) nel 1999 presso un gruppo caratterizzato da una precisa cultura: gli Evangelisti Dispensionalisti. La cultura dispensionalista è abbastanza omogenea, caratteristica che favoriva l’analisi, e ha come tema di fondo una sorta di millenarismo. Howard ha utilizzato un approccio etnografico centrato sull’analisi testuale degli strumenti retorici usati dai membri di una comunità virtuale dispensionalista in una discussione teologica focalizzata sul tema della fine del tempo, che si è svolta utilizzando tutti i canali di internet: chat, mailing list, newsgroup, club, forum, web. Lo studioso ha rilevato come i vari nuclei tematici di discussione (vicinanza o meno della fine del tempo, segni annunciatori…) tendessero a trasportarsi e a riproporsi attraverso i vari canali di internet, richiamando in un ciclo continuo i temi di fondo del dispensionalismo. Ha anche notato come i soggetti frequentemente utilizzassero questi temi di fondo per interpretare gli eventi della cronaca contemporanea e come lo scambio di informazioni tra i partecipanti tendesse ad assumere, al di là delle varie conclusioni teologiche espresse da singoli, l’aspetto di una devozione spirituale.

A differenza di altre comunità di orientamento millenaristico, ove la verità è annunciata in modo dogmatico, come una rivelazione - e qui l’autore svolge un paragone con il noto caso del gruppo millenaristico di Heaven’s Gate - nel dispensionalismo la verità è perseguita tramite il dialogo e la continua prosecuzione di questo dialogo. Gli individui che partecipavano alla comunità virtuale costituivano i nodi di una rete di influenze reciproche che li collegava con alcuni temi fondamentali. Ciò favoriva l’uso di una serie di strumenti retorici da parte dei soggetti partecipanti il cui scopo era di convincere gli altri. A questo proposito Howard parla di negotiated truth (opposta alla revealed truth) perseguita dai membri. Nell’ambito della discussione era possibile individuare persone che, per numero di interventi e perché questi interventi divenivano facilmente centri di ulteriori dibattiti, tendevano più o meno consapevolmente ad assumere una posizione di leader. Tuttavia, a giudizio di questo studioso, (Howard 2000, p. 229) la possibilità che tali leader potessero influenzare altri membri con la loro autorità, derivasse questa da particolari competenze o dalla loro abilità retorica, era minima. Ciò perché le persone usualmente erano impegnate in internet in vari ambiti e canali: nessuno restringe la sua partecipazione ad un solo newsgroup, web o forum e questo rende difficile che una persona sia influenzata in modo decisivo da un solo discorso o orientamento religioso.

Questa conclusione è rafforzata dall’analisi di un certo numero di web dispensionalisti curati da partecipanti alla discussione esaminata. Howard classifica questi web in 4 categorie a seconda di come presentano ai visitatori una verità condivisa (in questo caso la fine del tempo). Nella prima categoria sono inclusi quei web che svolgono una comunicazione univoca e dogmatica, che si dichiarano in qualche caso ispirati da Dio, che presentano testimonianze, interpretazioni e risorse in modo assiomatico, senza possibilità di interazione. Sono web poco visitati, proprio perché concentrati su una conoscenza da distribuire dall’alto. Nella seconda categoria rientrano quei web che, pur considerandosi ispirati e in possesso di una verità assodata, sono però aperti al dibattito e riproducono con rispetto posizioni diverse dalla propria. Presentano anche link a pagine personali di altri e ciò consente in qualche modo agli interessati di proseguire e approfondire il discorso valutando altre posizioni. Nel terzo gruppo sono quei web aperti al dibattito e assai elastici ma che presentano nondimeno forti e precise certezze. In realtà l’analisi scopre che il dibattito non è una via di ricerca ma solo uno strumento retorico per convertire altri alle proprie posizioni. Nella quarta categoria sono invece quei web nei quali la verità del responsabile è offerta in modo discorsivo. Le interpretazioni non sono dogmatiche e pur senza cadere nello scetticismo non vi sono previsioni precise né grosse certezze da indicare. Molti link rimandano a web, gestiti da altri, che aggiungono informazioni diverse o assumono posizioni differenti riguardo alcuni temi.

Questa classificazione consente di scorgere una tensione tra la verità rivelata mediante esperienze rivelatorie vissute dal singolo e una verità invece perseguita mediante la discussione. Secondo l’autore internet incoraggia il ricorso a tecniche retoriche dialogiche. Nel primo caso chi ha vissuto tali esperienze tende a costruire un web ispirato, nel quale la verità è dichiarata in modo definitivo mentre nel secondo caso si ricorre al dialogo continuo. E’ chiaro che rimane possibile per qualcuno utilizzare la rete solo per avere informazioni e notizie ma la natura del metodo spinge a condividere discorsi. La conclusione che è Howard ritiene di poter trarre è che, al di là di casi eccezionali di cui proprio Heaven’s Gate è il simbolo più evidente, internet non è adatta come medium a favorire posizioni intransigenti e dogmatiche. Piuttosto, per sua stessa natura, tende a consentire continue interpretazioni e discussioni dei temi religiosi. Ciò non equivale a dire che internet favorisce la tolleranza: troppo nota è la capacità della rete di ospitare le più feroci polemiche o flame wars. Piuttosto che la pretesa di offrire verità non negoziabili ed assolute troverà verosimilmente poco ascolto persino all’interno di comunità abbastanza omogenee.

Pur contenendo elementi di indubbia validità la conclusione cui Howard giunge è però troppo netta. Essa presuppone che tutti gli utenti di internet partecipino alla rete in modo interattivo e facciano parte, o anche solo desiderino far parte, di comunità con un certo livello di integrazione. Non tutte le comunità virtuali sono come quella presa in considerazione da Howard. La partecipazione, l’impegno, l’interesse, il senso di comunità, il coinvolgimento emotivo, possono essere assai più labili e questo può portare a usare internet in modo assai differente e meno dialogico (A). In realtà dipende dagli scopi e dallo stile delle comunità oppure dei singoli utenti: chi mira a dialogare troverà dialogo, chi mira a verità codificate e autoritative troverà quelle. Di per sé non sembra che internet sia in grado di cambiare le espressioni religiose: si può usare il mezzo e mantenere posizioni religiose dogmatiche, chiuse, di autoassicurazione. Semmai influenze rilevanti andranno ricercate ad un altro livello: più che al confronto la disponibilità di contenuti dalle più diverse tradizioni sembra indurre gli utenti alle sintesi sincretistiche.

Gli utenti di internet si trovano in uno stato di margine, nel quale tutti gli usuali indicatori sociali (tranne quello rappresentato dall’uso di internet stessa, e in verità non è poco) sono assenti. Questa situazione di margine, fuori dall’usuale spazio tempo, fuori dall’ordine usuale, è nettamente e chiaramente, anche a livello della percezione individuale, distinto dal livello del comune e usuale vivere. Ci sono delle eccezioni che vanno considerate, quali il ripristino di status di potere: programmatori e controllori hanno più autorità di altri. Ma è una autorità esercitata solo in certe circostanze e speso regolata dagli altri utenti insieme. In questo margine possono svilupparsi delle comunità che, fuori da rapporti di vicinato, possono dar luogo a forme di solidarietà. Vi sono tre motivi per sostenere l’esistenza di reali comunità virtuali (Helland 2000, pp. 216): una comunità virtuale esiste come una condizione di margine ed è centrata su individui in una dimensione di margine rispetto al resto della loro esperienza. E’ scelta liberamente, è una associazione libera (destrutturata: si va e viene a piacere) che ha come nucleo una dimensione religiosa condivisa da tutti i partecipanti. E’ basata su una rete e non su uno spazio geografico.

Le tradizionali comunità religiose escludono le minoranze. Inoltre oggi la religione è un fatto di scelta e di tempi personali, che non necessariamente corrispondono a quelli dei gruppi geografici di appartenenza.

La dimensione del vissuto: se i partecipanti sperimentano un sentimento di comunità on line allora una comunità esiste.

Nelle online religion la partecipazione alla comunità non costituisce un permanente stato dell’essere. Sono periodi di transizione: si entra e si esce a volontà. Si sperimenta una forma di comunità non strutturata, di margine, interrompendo la vita usuale e si può scegliere o meno di sviluppare questa partecipazione anche in incontri nella realtà effettiva.

Da questa interazione religiosa i singoli possono ottenere quella spinta spirituale e religiosa nella loro vita che sentono sia necessaria per il mondo moderno. Una comunità virtuale può rafforzare la fede spirituale e la religione consentendo uno spazio pubblico per esplorazioni spirituali personali. Le comunità sono un fatto compiuto in sé e per sé e non sono un mezzo per altri fini religiosi.

Le online religion comportano un basso livello di impegno e partecipazione alla vita religiosa. A causa del loro carattere antistrutturale, informale, di margine, l’impegno può essere incontrollato. I membri hanno la massima libertà di partecipare, quanto a tempo e modalità. Possono unirsi contemporaneamente a vari movimenti, gruppi, comunità, saggiando varie religioni senza sentirsi membri di alcuna di esse in nessun modo.

 

 

 

  1. Che quella esaminata da Howard fosse una comunità virtuale assai integrata e motivata all’uso di internet a scopo religioso, può esser ricavato dalla seguente osservazione. Dopo un periodo di osservazione passiva lo studioso ha, ad un certo punto, posto su uno dei canali usualmente usati dai membri un questionario. In un solo giorno ha ottenuto oltre 100 risposte (quando l’uso dei questionari in internet ottiene in genere risposte minime) e in conseguenza dell’invio di questo questionario lo studioso è stato iscritto direttamente, senza che gli venisse chiesta autorizzazione, ad una mailing list diffusa tra i membri della chiesa: segno di quanto quella comunità fosse interessata e abituata a usare internet a scopo religioso.

(B) Ad esempio alcune comunità sataniste prevedono, per l’ammissione, la pubblicazione su un forum pubblico di espressioni blasfeme. L’articolazione di queste blasfemie si è andata sviluppando nel tempo con dichiarazioni sempre più complesse che vengono puntualmente commentate ed apprezzate dai membri.